Perchè è sbagliato cancellare il bollo auto.
22 apr 2008
Una delle promesse di Berlusconi durante la campagna elettorale è stata quella di cancellare il bollo auto.
Innanzitutto bisogna prendere atto come i tagli delle tasse di Berlusconi vadano spesso e volentieri a scapito delle istituzioni locali: prima l’ICI, di competenza dei comuni e ora il bollo, di competenza delle regioni. Alla faccia del federalismo fiscale.
A prescindere da questo, esiste un errore più profondo e preoccupante nella proposta di cancellare il bollo auto.
Nei sistemi liberali illuminati la politica ha il compito fondamentale di incanalare il mercato lungo la via più opportuna per gli interessi della collettività. Interessi intesi nella loro accezione più umanistica e non quella esclusiva degli “schei”!
Per questa ragione, cancellare il bollo auto in maniera indiscriminata a prescindere da reddito, ma ancor più da tipologia di vettura è un delitto nei confronti di quell’interesse nazionale che oggi più che mai, è rappresentato dalla tutela dell’ambiente in cui viviamo e dalla qualità dell’aria che respiriamo.
Sarebbe maggiormente saggio ed intelligente utilizzare l’incentivo della detassazione, anche dell’esonero totale, del bollo per quelle vetture che rispondano a dei requisiti specifici di emissioni di CO2 piuttosto che di volume o produzione di PM10.
Il danno oltre che di per se, assume ancora più rilevanza dal momento che una volta commesso questo errore diventerà impossibile per lo stato tornare indietro per introdurre una forma di differenziazione e quindi di premio per i cittadini più attenti.
Il mio paese moderno non taglia le tasse perché sono brutte ma usa l’incentivo fiscale per migliorarsi e per indirizzare i consumi e l’economia verso i binari di una crescita maggiormente sostenibile.
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Aggiornamento 6 Maggio 2008: Questo articolo è stato pubblicato sulle edizioni nazionali DNews di oggi (visualizzare PDF).
Lo spieghi te all’operaio forzista?
Maga… non fare confusione tra bollo auto (tassa iniqua), inquinamento e tutela ambientale…. è come il bollino blu… una tassa inutile che non serve certo per ridurre l’inquinamento. Il principio secondo me dovrebbe essere questo: se circoli paghi, se non circoli non paghi. Cioè paghi la tassa in base all’utilizzo che fai dell’infrastruttura che lo stato ti mette a disposizione. E perchè no, in base al tipo di mezzo che utilizzi e alle sue caratteristiche inquinanti. Far pagare il bollo ad auto, moto e ciclomotori che per mille motivi non circolano trovo sia ingiusto. É come chiederti di continuare a pagae la tassa universitaria anche adesso che hai finito gli studi.
@Giangi: l’osservazione che fai è correttissima. Ma non credo che una cosa prescinda l’altra.
In ogni caso il bollo è uno strumento da utilizzare. Tu puoi anche prendere un SUV e non usarlo mai ma comunque è giusto che tu debba assumerti la responsabilità per una scelta non lungimirante (tra l’altro, se non hai il garage, con quel SUV occuperai suolo pubblico anche a tenerlo fermo).
Pur trovandomi d’accordo con l’uso di una tassazione proporzionale all’utilizzo del veicolo, rimane il fatto che è di difficile applicazione.
pagare si pagare no.fa tendenza fare i conti in tasca.cominciamo a non pagare,le rapine dello stato.dove vanno?i miglioni di euro dei bolli.e tutto il resto….allora cari signori dello stato facciamo cambio di stipendio,e vediamo quanto siete bravi a fare i conti.VISTO CHE VI MANTENIAMO.E PER MANTENERVI FACCIAMO DEBITI.E ORA DI DARE UN TAGLIO.
Sono d’accordo con l’abolizione del bollo: chi ha un SUV che fa i 5km/l, ed inquina di conseguenza, è giusto che paghi in proporzione, anche a quanto circola. Se lo tiene fermo, tanto danno non fa.
Io con la mia piccola macchinina che mi tocca tenere quasi ferma per via dei costi del carburante, quando mi arrivano assicurazione e bollo da pagare mi vien da piangere..
trattasi della proposta di un populista icompetente, che ha ministri come la carfagna assai competenti, totalmente digiuno di politica economica ed agente in base a sondaggi per soli scopi di tornaconto elettorale personale (vedi ICI) in barba ai veri interessi nazionali di una corretta economia liberale e di mercato.
ferdinando di borbone