Lettera a Silvio Berlusconi
22 nov 2008
Caro Silvio,
facciamo subito chiarezza, io non sono un tuo elettore, non ho votate per te nelle ultime elezioni e non l’ho fatto nemmeno in quelle precedenti; ma questa è storia. E il futuro non si fa di storia.
Ora tu sei il mio primo ministro e i miei orientamenti di voto diventano insignificanti a cospetto del massimo ruolo che stai ricoprendo per me e per la mia nazione; invidio degli Stati Uniti il loro massimo rispetto per le istituzioni per quello che rappresentano e non per chi le rappresenta.
Pertanto a te mi rivolgo con questa breve missiva.
Sono un ragazzo di 26 anni, laureato con 110 alla specialistica di Economia e con laurea breve in Ingegneria Informatica, ho fatto 1 anno di Erasmus nel Regno Unito, 7 mesi di tirocinio in una multinazionale informatica a Dublino, una decina di pubblicazioni accademiche, durante gli studi mi sono mantenuto facendo siti internet per piccole aziende ed ora, dalla conclusione dei miei studi, lavoro per una nota multinazionale della consulenza aziendale.
Per imprinting famigliare ho imparato il significato delle parole sacrificio, dedizione e impegno. Ho imparato a non tirarmi mai indietro di fronte agli ostacoli, ma soprattutto alle opportunità che spesso richiedono salti ben più alti e sforzi ben più intesi.
La scelta del mio percorso post universitario l’ho vissuta con intensa passione e forti contrasti emotivi tra il mio desiderio di fare ricerca e la mia necessità continua di concretezza e praticità che è chiaramente peculiarità maggiore del mondo aziendale. Ho infine optato per le aziende convinto che questo mi permettesse maggiori prospettive e sicurezze economiche rispetto a quanto potesse dare l’Università e convinto che in questo modo potessi realizzarmi nel mio paese.
Per il mio nuovo lavoro mi sono trasferito a Milano, faccio il pendolare settimanale, la famiglia a Verona, la morosa a Trento, e una vita passata in gran parte sui treni che sono sempre in ritardo e strapieni.
Sono passati 10 mesi da quando ho cominciato a lavorare; da subito, un neo lavoratore che si trasferisce a Milano incappa sul enigma economico che sta dietro la voglia, il diritto e, in qualche modo, il dovere, di mettere in gioco la propria esperienza nella capitale industriale del nostro paese, per il nostro paese: il prezzo della vita, incredibilmente sproporzionato agli stipendi.
Dicevo, mio primo ministro, sono passati 10 mesi da quando ho cominciato a lavorare, non fumo, non bevo, non ho l’automobile, non esco la sera perché di solito la sera lavoro e quando non lavoro dormo, non sperpero, vivo semplicemente tra qualche spesa all’Esselunga, alla Standa o al pachistano sotto casa quando rientro troppo tardi dal lavoro per trovare un supermercato aperto e oggi, controllando il mio conto in banca ho scoperto il valore del mio sudore e dei miei sacrifici: 1.023,20 euro.
Praticamente in 10 mesi sono riuscito a mettere da parte poco meno di uno stipendio, con questo ritmo per acquistarmi una semplice automobile devo lavorare 100 mesi, all’incirca 8 anni; a 34 anni avrò la mia, bella, Punto, fiammante.
Caro primo ministro, che io sia di destra o di sinistra poco importa, centinaia di coetanei sono nelle mie condizioni e potrebbero rappresentare l’intero arco parlamentare. Qui non si tratta di precari, di operai, di centralinisti, di pensionati, di emarginati della società, qui si parla della nostra futura classe dirigente politica, economica e finanziaria, di destra e di sinistra, di centro, di nord e di sud.
Caro Silvio ho preparato il mio curriculum in inglese. Qui, nel mio paese, voglio realizzarmi, voglio farmi una famiglia, voglio sposarmi e avere figli. Forse io partirò comunque o forse resterò, galleggiando; ma tu, mio primo ministro e i futuri primi ministri di questo paese, vi prego, cambiate le cose.
Distinti saluti
Un cittadino italiano
Francesco Magagnino
grande!
chissa che non serva a illuminare qualche mente e a far riflettere un pò di più sulla condizione di questi giovani italiani, sul futuro che hanno di fronte, quale futuro? quali speranze? quali sogni? … eli
ciao Francesco,
Complimenti per la tua lettera, sei stato davvero di una chiarezza “disarmante”, hai la mia piena comprensione, io che ho qualche anno più di te combatto con questi problemi da tempo e a volte è davvero demotivante..della serie più si è preparati culturalmente e professionalmente, più titoli si hanno e meno si guadagna, meno ci si realizza, soprattutto in Trentino, dove aihmè ho dovuto mio malgrado trasferirmi dalla mia amatissima Verona!
Tieni duro e non mollare e ricordati che chi non ci vuole non ci merito!
Un abbraccio Stefy )
Ciao Francesco,
pesaaaaaante sta lettera!
Daccordo che il livello salariale è basso rispetto alla media europea, che per quello che si produce in termini di ricchezza si è sicuramente sottopagati ma non è che abbiamo un po’ esagerato…?
Lavoro nel consulting anch’ io , vivo a milano e pago affitto e bollette anch io e sinceramente la situazione non è quella che descrivi tu….ora..le possibilità son 2….o da Voi gli stipendi son terribilmete bassi- e allora cambia società- o ci stiamo terribilmente incamminando sulla via americana in cui spendiamo più di ciò che ci si può permettere….
In entrambe i casi penso che non sia una colpa di Berlusconi….certo non è un santo, ma nemmeno la radice di tutti i mali.
Capiamolo pls…
Ciao.
Massimo
Punti di vista. Io, cmunque, sono già partita.
Caro Franz,
io sono partito dal profondo sud nel 1997 per arrivare a Milano, in una società di consulenza come la tua.
Non potevo fare il pendolare, in quanto la distanza dalla citta di origine era proibiitva.
Prendevo l’equivalente di 750 euro di oggi e pagavo un affitto di 400 euro.
Non avevo la possibilità di comprarmi una macchina e mi son portato su la scassata Lancia Prisma di mio padre (ancora mi chiedo come abbia potuto fare mille km in quelle condizioni).
La Punto me la sono comprata dopo due anni di lavoro, a rate. Non avevo ancora finito di pagare le rate che sono arrivato alla prima, fiammante, auto aziendale (una 147 blue inca con gli interni in pelle!).
Mi sono sposato nel 2000. Il mio conto in banca era pari a zero.
Dopo 11 anni, lavoro ancora nella stessa società. Sono sopravvisuto a Enron e a Parmalat. A Berlusconi e a Prodi. Ho una moglie che è la stessa ragazza che avevo prima di iniziare a lavorare e abbiamo due figli nati a Milano (5 e 2 anni).
Continuo a tirare la carretta e non sono ancora riuscito a comprare casa, ma non me ne faccio un cruccio.
Tutto sommato, siamo moderatamente sereni e abbiamo ancora voglia di portare avanti questo progetto di vita che ci ha dato tante emozioni e molta forza.
A volte penso che, se in dieci anni siamo sopravvissuti a tutto questo e abbiamo realizzato un progetto così impegnativo, magari nei prossimi dieci/venti anni… potrei anche rischiare di prendere il posto di Silvio…
Basta crederci, volerlo, avere una progettualità solida e resistere. In breve, ci vuole “una marcia in più”.
Tutto il resto, sono le normali difficoltà della vita quotidiana di oggi e di ieri, soprattutto per chi non ha la fortuna di avere rendite di posizione (nel qual caso la marcia in più non serve).
Guardati dentro e cerca di capire se hai davvero o no “la marcia in più”… se ce l’hai, ricordati di innestarla, molla il freno a mano …. e … corri!
Almeno, non sei in un call center e, se vuoi, in una società di consulenza si impara tanto, ci si può costruire un futuro e una professionalità che si può rivendere bene in qualsiasi momento.
In bocca al lupo! …
Sal
[...] 4 Dicembre 2008 · Nessun Commento da eWave [...]
onorevole stai facendo venire la guerra del 15/18 anche le pensioni mo vuoi togliere alla povera gente che elemosina a farsi assistere saltuariamente perche’ i soldi non bastano,a si la crisi e diminuita ma solo per le tue tasche, niente pensioni niente lavoro niente patente, tu mangeresti cosi?
Ciao Francesco, dopo esserci sentiti al telefono e aver sistemato le mie cose ho “rumato” negli indirizzi della tua mail e ho trovato, tra le altre, questa pagina. Penso sia stato importante conoscerti fuori dalla sfera professionale. La prima riflessione che mi viene è egoistica: se tu avessi trovato facilmente la “tua strada” non ci saremmo mai conosciuti e non saremmo ora impegnati a modificare gran parte delle condizioni sociali che ti hanno portato a scrivere la lettera. Nel mio mondo, artigianato e PMI, le persone come te sono introvabili e, avrai notato, sono obbligato, ma anche contento, a guardare fuori per trovare sintonia di ideali. Se può gratificarti o alleviare il tuo scoramento sappi che la tua “ricerca di una strada” contribuisce a dare speranza a molte altre persone che necessitano di una guida per uscire dalla palude. Molto cordialmente, Roberto M.
Caro Silvio,
facciamo subito chiarezza, io sono un tuo elettore, ho votato per te nelle ultime elezioni e l’ho fatto in quelle precedenti, ma questo non è il modo di vivere!! Tu che pensi di avere una soluzione per tutto, tu che ci inciti di andare avanti ed essere fiduciosi riguardo il lavoro, l’economia, fai sempre promesse su promesse. Io ho 42 anni 8 mesi fa la mia ditta è fallita dopo 15 anni, stò cercando un lavoro per mari e per monti, ma solo quelli che hanno studiato, che hanno lauree o diploi (forse) trovano da lavorare.
Caro Silvio fai una legge e diminuite i vostri salari che fra Deputati e Senatori siete più di 900, e il vostro stipendio è sicuro, e di tanto in tanto aumenta.
Voglio farti una domanda?? Per le tante persone come me, che hanno famiglia con figli, che sono stati licenziati o cassa integrati cosa garantisci all’imminenza, considerando che siamo umani come te e dobbiamo affrontare come te la vita e i problemi di tutti i giorni!!!
Grazie
forza SILVIO
Francesco, pensa a chi invece ha una laurea nelle mani ma non trova lavoro…io ho dovuto lasciare la mia terra pugliese per venire in Veneto,staccandomi dalle mie radici, a svolgere un lavoro che non è il mio ma che sono costretta a fare perchè ho un imegno da mantenere:aiutare la mia famiglia economicamente!!!E sicuramente al sud ci sono tanti miei coetanei che sono costretti a fare come me!!!Oramai non ho speranze:chi nasce ricco morirà ricco e chi nasce povero morirà povero!!!Per noi giovani in queste condizioni a volte non resta che prendere una pistola e farla finita!!!In bocca al lupo!
silvio aiutami a votare per te
seguo ogni giorno i telegiornali e capisco cosa succede gia precedentemente votavo per te aiutami a sbloccare questa situazione di non voto al comune di monza solo un ceco o sordo non puo capire quelloche fa la sx non sanno fare altro che attacarsi a cose stupide invece di fare cose buone per il paese quelli che ti vanno contro sono persone ingnoranti invidiose o con interessi fannuloni non guardano avanti spero che il tuo governo tiri il piu possibilr avanti saluti