#apolidem
15 lug 2012
Ieri sono intervenuto all’Assemblea Nazionale del PD a Roma.
Come si dice, la prima volta accade sempre per caso, senza che te l’aspetti, ed è andata un po’ così anche per me.
Ancora in mattinata mi era stato detto che non ci sarebbe stato spazio per il mio intervento e quindi la cosa non è stata più tra i miei pensieri fino a quando nel pomeriggio sono stato chiamato dal palco per preparami all’intervento sucessivo a quello che stava iniziando.
Prendere la parola davanti a mille persone, con Bersani e Fioroni che ti fissano con quello sguardo che sai che vorrebbero mangiarti li all’istante e con le persone delle prime file che ti guardano straniti chiedendosi la tua relazione con i vari soloni intervenuti durante tutta la giornata e intenti a cogliere la tua collocazione tra le varie correnti del PD fa decisamente un certo effetto.
A dire che non ti piglia l’emozione sarebbe una grande bugia.
Se poi ci si mette che l’iPad, dove nei 4 minuti a disposizione hai abbozzato il discorso, ti si blocca e non risponde più alle tue sudatissime dita, se ti rimane un pelo di serenità sei bravo.
Sono salito sul quel palco, ho provato a dire qualcosa di semplice e sensato dopo una lunga, lunghissima giornata di prevalentemente nulla.
Una cosa è certa, sicuramente la nuova corrente degli #apolidem ha già fatto qualche adepto (-;
#AssembleaPd Ho visto la luce, sono della corrente #apolidem di @magagninofrance
— Alessandro Camattari (@ACamattari) 14 luglio 2012
Questo il testo per intero che avevo abbozzato. Sotto il video:
Pierluigi io vengo dalla politicamente lontana Verona, sono venuto qui oggi con diversi interrogativi e rischio di tornare a casa più smarrito di prima
A sentire tutti questi interventi mi pare che stiamo tutti un po’ sulla luna.
In molti dicono che ora la linea è chiara. Io ammetto qui davanti a tutti voi i miei limiti ma la linea non l’ho proprio colta
Tra i massimi sistemi del paese, del mondo intero e i grandi principi mi sono perso cosa facciamo domani mattina
Cosa andiamo a raccontare ai militanti e ai simpatizzanti (sempre meno a dir la verità) domani mattina?
Chi ci segue, ma non frequenta il partito, ha ormai chiaramente colto che siamo in campagna elettorale
Non certo per qualche nuova folgorante campagna di comunicazione del nostro partito, ma semplicemente, perché abbiamo ricominciato a boccheggiare e lo facciamo chiaramente trapelare attraverso ogni media.
Primarie si, primarie no, matrimoni omosessuali e matrimoni politici di ogni genere e tipo, con l’udc si ma non troppo, con sel anche ma solo dopo aver finito con l’udc e che non abbiamo ancora iniziato a metterci in mezzo i radicali.
Ecco..
Io vorrei, no, non vorrei, voglio, un partito per cui debba smettermi di imbarazzarmi
Non voglio che il mio partito discuta più di diritti, non voglio più perderci un minuto soltanto
Questo partito sta da una parte chiara, ed è la parte della comunità dei democratici, che non è, certamente, quella dell’onorevole Fioroni
Non voglio nemmeno che il partito parli ancora di primarie. Chiaro, è uno strumento con dei limiti, ma questo non è il tempo per discuterne
Le primarie sono incise nel DNA di questo partito, e non ci sarà un Franceschini qualunque che c’è le toglierà
E non raccontiamoci che abbiamo la necessità di attendere le future-prossime-remote leggi elettorali per decidere.
In qualsiasi legge elettorale ci saranno primarie; e dovranno essere per il parlamento e per la leadership
Vorrei infine ricordarvi una cosa che forse alle volte vi capita di dimenticare: voi, seduti su quel tavolo, e seduti sui tavoli del partito, non siete i proprietari di questa organizzazione, siete solo i detentori temporanei dell’onere di guidarlo
La proprietà rimane e rimarrà alla comunità dei democratici, ai sostenitori di questo partito e ai suoi elettori, attuali e futuri.
Da un po’ di tempo a questa parte, mi capita, mio malgrado, di sentirmi parte di una nuova corrente del PD, quella degli Apolidem, democratici in cerca di speranza.
Ecco vorrei abbandonarla velocemente per poter sentirmi a tutto tondo democratico e basta.